Nichelino - In ricordo degli oltre 50 anni di iniziative legate ai soggiorni marini
e del primo anniversario della morte di Beppe Molino, storico dipendente del Comune di Nichelino e primo organizzatore degli stessi, riportiamo alcuni stralci di un articolo molto bello scritto da lui su questa esperienza. La versione integrale si trova nel libro “Turismo sociale” – storia e attualità del diritto alle vacanze – Edizione 2005.
“Intendo riferirmi a quel fenomeno di vacanze marine che nel corso degli anni si è definito come “Turismo sociale”, nato con lo spiritoso titolo di “ferie per lavoratori anziani”, fenomeno che ha determinato sostanziali trasformazioni sia nell’organizzazione balneare che nelle relazioni sociali nel territorio dei comuni che hanno favorito i soggiorni marini. In particolare mi riferisco al Comune di Nichelino, perché fu il primo ad effettuare i soggiorni marini e perché io, proprio lì, ho avuto la fortuna professionale di organizzarli e seguirli per più di venticinque anni.
Il Comune di Nichelino istituì subito un soggiorno marino, interamente gratuito, per 150 partecipanti diviso in tre turni compresi tra il 2 maggio e il 13 giugno del 1973, e l’organizzazione a Rimini fu assunta dall’Assoturismo/Confesercenti. Si affisse un manifesto per bandire il soggiorno e qui ci fu la prima sorpresa: l’adesione dei “lavoratori anziani” risultò piuttosto deludente.
Comunque attivando diversi canali di informazione, effettuando visite domiciliari complicate ed estenuanti, il numero - sia pure a stento – venne raggiunto e si poté partire. Ogni gruppo era composto da 50 persone, alloggiate in tre alberghi, ed in ogni albergo c’era un accompagnatore con compiti non solo assistenziali, ma principalmente con funzioni di stimolo alle attività di gruppo.
Le regole di convivenza erano semplici e si possono sintetizzare in una frase, che ha sempre caratterizzato i soggiorni di Nichelino: ‘le regole sono due, buona educazione e puntualità ai pasti’. Per il resto massima libertà di orari e attività.
Le giornate diventavano brevi tra musica sulla spiaggia, gare di carte, visite ai paesi delle colline circostanti. La collaborazione del Comune di Rimini fu fondamentale, mise a disposizione trasporti, facilitazioni per gli ingressi ai musei, la possibilità di partecipare ad ogni festa paesana che si svolgesse nei dintorni. Fu un soggiorno indimenticabile grazie alle numerose attività: alcune improntate a vera goliardia, altre di valenza culturale, che riscuotevano un successo inaspettato.
Il valore fondamentale del soggiorno? La convinzione del gruppo di poter trasferire a Nichelino alcune esperienze, soprattutto quelle che riguardavano le dinamiche di gruppo. Si cominciarono ad elaborare richieste, da formulare all’amministrazione comunale, per riproporre occasioni d’incontro, in modo tale che i soggiorni non fossero una parentesi fine a se stessa, per quanto gradevole. All’arrivo a Nichelino, le richieste furono immediatamente spiattellate, e forse l’amministrazione non aspettava altro.
E allora l’Amministrazione comunale ristrutturò un asilo ex Omni mettendo a disposizione un nuovo Centro Sociale (intitolato a Nicola Grosa, prestigioso partigiano piemontese), che fu considerato un esempio in tutto il Piemonte. Era collocato in una ampia zona verde completamente pedonalizzata e dotata di servizi come la lavanderia, l’assistenza domiciliare, la terapia iniettiva, la callista, con un locale di fisioterapia e l’istituzione dei corsi di ginnastica. Oltre, ovviamente, al gioco delle carte, e all’organizzazione di numerosi trattenimenti danzanti.
Molti nel corso degli anni mi hanno ripetuto una cosa che mi ha sempre impressionato: “Dicono la gioventù...ma io la parte bella della vita la sto vivendo adesso. Prima ho sempre lavorato, e le vacanze non ho mai saputo cosa fossero.
I soggiorni marini, ora, sono una realtà consolidata per gli anziani di tutta Italia”.
