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Nichelino si è mossa in anticipo

Persone e anniversari
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Il 4 maggio 2024 in piazza Martiri della Libertà a Nichelino è stata inaugurata la lapide in memoria di tutti i cittadini nichelinesi internati nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda guerra mondiale.

L’iniziativa è nata su proposta del Gruppo Officine della Memoria, all’interno del progetto Nichelino non dimentica.

La lapide ricorda non solo i civili e i partigiani internati, ma anche 31 soldati I.M.I. (Internati Militari Italiani) nichelinesi, tre dei quali persero la vita nei lager.

Dopo ottant’anni di oblio, lo Stato italiano ha finalmente istituito, il 20 settembre, la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.

Ma chi erano i soldati I.M.I.? Erano militari catturai e imprigionati, internati in campi di concentramento in condizioni disumane: sottoposti a torture, pressioni e lusinghe per convincerli a collaborare con il nemico. Nonostante ciò, essi non cedettero e non scesero a compromessi. Per rimanere fedeli all’onore di soldati e di uomini, scelsero eroicamente una lenta e terribile agonia fatta di fame, stenti, inenarrabili sofferenze fisiche e, soprattutto, psicologiche. Furono utilizzati come manodopera coatta, ridotti in schiavitù fino alla fine della guerra, senza godere delle tutele della Croce Rossa che gli sarebbero spettate.

Basti pensare che il numero di internamento era preceduto dallo zero, a significare “nullità”. Eppure, mai vinti e coraggiosamente determinati, i soldati I.M.I. non vennero meno ai propri doveri, consapevoli che solo così la loro patria avrebbero un giorno riconquistato la dignità di nazione libera.

La scelta della ricorrenza del 20 settembre si deve al fatto che, in quella stessa data del 1943, Hitler modificò lo status dei prigionieri di guerra italiani catturati dopo l’8 settembre, trasformandoli in internati militari.

Grazie all’istituzione di questa giornata, questi “dimenticati” sono stati finalmente ricordati. La storia di questi militari, infatti, era quasi sconosciuta in Italia. Nichelino è stata precorritrice della legge e non ha voluto dimenticare coloro che subirono ingiustizie e sofferenze. Prima il l 27 gennaio, “Giorno della Memoria”, aveva finito involontariamente per oscurare le vicende dei deportati militari, dei partigiani e dei molti civili rinchiusi nei campi di sterminio nazisti.

Gianni Villa

Portavoce Gruppo Officine della Memoria