Emerge un interessante spaccato dell’ultimo decennio nello studio “Welfare Nichelino” che presenta i risultati del lavoro realizzato l’anno scorso
da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino (Sandro Busso, Antonella Meo, Davide Caselli, Eugenio Graziano, Luca Storti).
La ricerca, che nasce da una convenzione tra Comune e Università, aveva lo scopo di cogliere i cambiamenti della realtà socio-economica per orientare le politiche del welfare dell’amministrazione locale nei prossimi anni. La raccolta, il confronto e l’interpretazione di dati statistici sono state affiancati da un lavoro svolto sul campo con interviste e colloqui in diversi ambiti del tessuto sociale di Nichelino.
Riportiamo qui di di seguito una breve sintesi ed alcuni passaggi significativi dello studio.
LAVORO
L'analisi delle dinamiche del mercato del lavoro e del tessuto produttivo è stata uno dei punti di partenza, tenuto conto che il periodo su cui si è focalizzata l’attenzione dei ricercatori è l’ultimo decennio, caratterizzato dalla crisi del settore manifatturiero dell'area torinese
Il superamento del modello industriale e la transizione verso un'economia dei servizi si è accompagnata a due fenomeni: la diminuzione complessiva dell'occupazione e l'aumento dei lavori a basso livello di competenza.
La forza lavoro locale si contraddistingue per bassi livelli di qualificazione complessiva, ma anche per un trend di crescita nel numero di laureati e diplomati.
L’IMPATTO DELLA CRISI
“In linea generale, la crisi del 2008 impatta in modo rilevante sulla realtà di Nichelino, ma non più che in altri contesti limitrofi. Al contrario, alcuni indicatori mostrano una miglior capacità di reazione e vivacità. A livello di tessuto imprenditoriale, dal 2008 diminuiscono i posti di lavoro e le imprese attive, ma dal 2013 il trend si arresta. Si rileva inoltre una discreta vivacità imprenditoriale.
Il numero di contratti stipulati, dopo una forte diminuzione, si riprende e supera i livelli pre-crisi. L'incremento numerico si accompagna tuttavia a un peggioramento della qualità dei lavori in termini di durata e inquadramento contrattuale. Il lavoro si precarizza. Aumenta il numero dei disponibili al lavoro”
MOBILITÀ IN USCITA
Il 32% dei residenti (circa 15.000 persone) studiano o lavorano il di fuori dei confini comunali. La percentuale è molto elevata (78%) per quanto riguarda il lavoro e scende al 30% per quanto concerne lo studio. Il flusso di pendolari in entrata invece è di circa 6.700 persone, pari al 14% della popolazione.
“La popolazione presente durante il giorno in città equivale, dal punto di vista quantitativo, all'80% della popolazione residente e si compone principalmente (59%) di persone non occupate né in cerca di occupazione (i cosiddetti inattivi)”
Il saldo naturale della popolazione (differenza tra nascite e morti) e il saldo migratorio (differenza tra iscrizioni e cancellazioni all'anagrafe) sono sostanzialmente stabili con lievi tendenze negative.
REDDITI BASSI
Prevalgono i redditi da lavoro dipendente. Rispetto alla media regionale e dell’area metropolitana torinese si registra un basso numero di percettori di reddito e l'assenza di redditi elevati.
“Per quanto riguarda il basso numero di percettori di reddito, si tratta di un dato che suggerisce l'importante incidenza della disoccupazione e di una bassa partecipazione al mercato del lavoro, in parziale continuità con il modello famigliare classico della fase industriale (nucleo monoreddito).
Per quanto riguarda l'assenza di redditi elevati, si tratta di un dato che riguarda sia la percentuale di residenti sia la percentuale di ricchezza detenuta: la popolazione ricca a Nichelino è ridotta e detiene una percentuale ridotta della ricchezza del territorio, soprattutto se confrontata con quella dell'area metropolitana torinese.
CASA
C’è un tasso abbastanza alto di proprietari (74,3%).
“Il disagio abitativo appare limitato in rapporto ai Comuni limitrofi, ma in crescita, come testimonia anche l'andamento del numero di famiglie che si rivolgono ai servizi pubblici per forme di assistenza in campo abitativo”.
Il mercato immobiliare è caratterizzato da valori medi più bassi rispetto ai Comuni limitrofi con un andamento negativo nell’ultimo decennio, soprattutto nel settore della compravendita.
Comprare casa a Nichelino costa meno, ma questo fatto non è bastato ad attrarre nuovi abitanti.
FAMIGLIA E LAVORO
Il tasso di partecipazione al mercato del lavoro femminile è superiore alla media che si registra in Piemonte e nella Città Metropolitana. “Si tratta però di impieghi piuttosto dequalificati, localizzati nei segmenti più bassi del settore terziario”.
Sono comunque in aumento le famiglie a doppio reddito. Questo fatto comporta una maggiore fatica nel conciliare il lavoro con gli impegni e i carichi di responsabilità familiari. “Si registra la difficoltà nel campo dei servizi per l'infanzia di adeguare l'offerta pubblica, pure presente e importante, alle mutate esigenze delle famiglie.
INVECCHIAMENTO
Per la prima volta nella sua storia Nichelino vede diminuire, anche se di poco, la popolazione rispetto al periodo precedente. E’ un’inversione di tendenza destinata ad accentuarsi nei prossimi anni. Il rapporto tra popolazione giovane e anziana per decenni è stato più nettamente favorevole alla prima con punte da record nazionale negli anni Settanta. Ora la città è “in linea alla media regionale, con una fortissima accelerazione del tasso di invecchiamento nell'ultimo decennio. Questa tendenza è rafforzata anche dalla bassa presenza di migranti (5%) che, laddove presenti in misura più massiccia, contribuiscono invece al ringiovanimento della popolazione”.
Queste invecchiamento della popolazione sarà una delle principali sfide per la sanità ed il sistema di welfare, ma non solo. “Emerge un crescente squilibrio nell'accesso alle risorse e opportunità di partecipazione sociale tra una popolazione anziana sempre più numerosa e appartenente a una generazione dotata di forte capitale sociale e politico e giovani generazioni che paiono invece particolarmente deboli sotto questo profilo”.
GIOVANI
La popolazione giovanile di Nichelino (15-34 anni) rappresenta ancora quasi il 15% del totale. Dallo studio traspare una certa preoccupazione per “un’ampia fascia di giovani “disancorati”, privi di luoghi e figure di riferimento e completamente estranei alla vita sociale ed istituzionale della città”.
Per quanto riguarda l’ingresso nel mondo del lavoro il tasso di disoccupazione giovanile è superiore a quello registrato a livello di Città Metropolitana (36,6% contro il 31,2%).
“Cresce il numero di giovani laureati (14,7%) e quello di giovani non inseriti in percorsi di istruzione, formazione o lavoro (i cosiddetti NEET, che rappresentano il 22,6% dei giovani)”.
PERCEZIONE E IDENTITÀ
“Tra gli elementi più soffocanti registrati nelle interviste si trovano la ristrettezza di orizzonti tipica di una piccola città di provincia, il peso della storia industriale e postindustriale e l'ombra ingombrante di Torino.
Al contrario molti elementi vitali della storia locale sono riportati dagli intervistati: l'orgoglio per la storia di una comunità che ha conquistato grandi miglioramenti politici e sociali, la dimensione "di paese" contrapposta a quella di anonima periferia urbana, la dimensione cittadina contrapposta a quella di molti piccoli paesi dell'area circostante”
UNA REALTÀ OMOGENEA
Nichelino, come si è visto, a livello regionale è una delle città con i redditi più bassi, ma si caratterizza anche per un altro dato sociologico. “Tra le 22 città prese in considerazione è quella con il più basso tasso di diseguaglianze tra cittadini. Si tratta di un dato che può essere interpretato diversamente in base a differenti modelli di sviluppo economico: se nella prospettiva trickle-down ("sgocciolamento") neoliberale si sostiene che la ricchezza concentrata in poche mani può beneficamente diffondersi attraverso l'impresa privata, secondo un modelli economici alternativi, e orientati all'eguaglianza, basse diseguaglianze esprimono alti tassi di coesione sociale all'interno di una comunità, favorendo fiducia e crescita inclusiva”.
ASSOCIAZIONI
La percezione quantitativa che i nichelinesi hanno dell’associazionismo locale è probabilmente sovradimensionata. “Nichelino si colloca nella fascia bassa tra i 22 Comuni selezionati, con un numero basso sia di organizzazioni che di volontari in rapporto alla popolazione. Il basso dato quantitativo non esaurisce l'importanza del settore del Non-Profit locale, ma invita a ragionare sulle sue potenzialità di sviluppo, sia in termini di numero di organizzazioni sia di complessità e forza organizzativa, sia infine di capacità di coinvolgere la popolazione trasversalmente alle fasce d'età”.