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Luoghi della Fede - Santuario di Valmala

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Con la primavera riaprono i santuari alpini che punteggiano le montagne piemontesi.

Così, risalendo la Valle Varaita in una diramazione sulla sinistra, dopo il paese di Brossasco, si arriva a Valmala e di lì si sale ai 1380 metri di altitudine fino al santuario dedicato a Maria Santissima Madre della Misericordia. Si tratta di un santuario dalle vicende abbastanza recenti, perché risalgono alla prima metà dell’Ottocento.
Era il 6 agosto del 1834 quando si diffuse la notizia che in località Chiotto c’era una "Signora che piangeva", ma non si capiva bene cosa significasse. Il giorno prima, infatti, alcuni pastorelli erano saliti a pascolare le bestie: erano quattro ragazzine tutte di nome Maria; tre avevano 12 anni e una 11, con loro un maschietto di appena 8 anni. Davanti ai pastorelli apparve sopra una pietra una giovane donna sui vent’anni, con un aspetto solenne, vestita con un lungo abito legato ai fianchi e in capo un lungo velo azzurro. La Signora appariva sempre nella medesima posa, cioè a mani aperte. Nonostante lo scettiscismo iniziale le apparizioni continuarono anche nei giorni successivi e iniziavano a salire i fedeli in preghiera. Giuseppe Pittavino, padre di una delle ragazze, era salito al pianoro del Chiotto e aveva colpito con una spada la pietra non credendo all’apparizione: giorni dopo accompagnò le ragazze al mercato di Venasca, quando guardando le immagini di un banco di oggetti sacri le veggenti riconobbero l’immagine della Signora che appariva al Chiotto: era la Madonna della Misericordia di Savona. Le apparizioni continuarono fino alla fine dell’estate di e papà Pittavino fece costruire un pilone sul luogo dell’apparizione con l’immagine della Madonna dipinta dal pittore Giuseppe Gauteri di Saluzzo. Nel 1835 il territorio del comune di Valmala venne risparmiato dall’epidemia di colera e si decise costruire la prima cappella che venne inaugurata nel 1840. L’immagine della Madonna della Misericordia di Valmala si può ancora vedere oggi dietro l’altare maggiore del grande santuario alpino.

G. Flori